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Tradotto da Google: Ciao, il tuo saggio è ben scritto! Dal mio punto di vista, pur criticando con perspicacia i fallimenti diplomatici dell'UE e il suo allineamento strumentale con gli obiettivi geopolitici degli Stati Uniti, evidenziando in particolare i doppi standard strategici dell'Unione tra Ucraina e Gaza, per affrontare efficacemente il decadimento sistemico che lei identifica, gli europei potrebbero dover guardare oltre la critica morale e i ricorsi giuridici internazionali. Questi non sono sufficienti quando le strutture sottostanti dell'UE hanno, negli ultimi trent'anni, consolidato una straordinaria centralizzazione del processo decisionale e dell'autorità fiscale, sottraendo potere decisionale a enti locali, regioni e persino governi nazionali.

Proprio come gli Stati Uniti e il Regno Unito, l'Europa ha subito una trasformazione strutturale in cui sistemi di governance partecipativa, un tempo variabili, sono stati sostituiti da strati tecnocratici e burocratici, spesso privi di una reale responsabilità democratica. Per andare avanti, gli europei potrebbero dover analizzare il loro sistema in termini di centralizzazione architettonica del potere, come si è evoluto dal Trattato di Maastricht a Lisbona in un apparato monetario-fiscale altamente centralizzato. Questo è fondamentale: sono necessarie riforme strutturali, non solo retoriche o giuridiche, per ripristinare l'agenzia, inclusa una vera agenzia locale, e il pluralismo istituzionale per impedire all'UE di continuare a essere un attore vuoto. Altrimenti, invocare il "diritto internazionale" potrebbe non solo non risolvere le crisi in atto, ma consolidare ulteriormente il potere tecnocratico e alienare i cittadini dalla governance partecipativa.

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